Teatro

La fragilità umana dei 'Tradimenti' sul palcoscenico del Manzoni di Milano

La fragilità umana dei 'Tradimenti' sul palcoscenico del Manzoni di Milano

Ambra Angiolini e Francesco Scianna – entrambi per la prima volta sul palcoscenico del Manzoni di Milano - sono i protagonisti della versione, diretta da Michele Placido, di uno dei capolavori di Harold Pinter.

Ambra Angiolini è «felicemente agitata» per il suo debutto al Teatro Manzoni di Milano, diretta da Michele Placido, accanto a Francesco Scianna, in una delle commedie più famose di Harold Pinter, premio Nobel 2005 per la letteratura: Tradimenti. Il testo nasce da uno spunto autobiografico: l’autore, sposato con l’attrice Vivien Marchant, visse una relazione lunga sette anni con la presentatrice televisiva Joan Bakewell.

«Ci troviamo in una situazione di grande armonia. Nonostante siamo sia i traditi, sia i traditori di questo spettacolo, abbiamo raggiunto un ottimo livello d’intesa sul palco, che ci aiuta anche a superare i “tranelli” di questo testo, che nasconde insidie interessanti, alcune ancora da scoprire», spiega l’attrice.

Scritta nel 1978 e ambientata tra Londra e Venezia, la storia si sviluppa a ritroso, dal 1977 al 1968. Emma, manager in una galleria d’arte, e Jerry, scrittore e agente letterario, si rivedono due anni dopo la fine della loro relazione. Sono stati amanti per cinque anni, distraendosi dai rispettivi matrimoni in un appartamento preso in affitto, finché Robert (Francesco Biscione), marito di Emma e testimone di nozze di Jerry, costringe la moglie ad ammettere il tradimento, dopo aver sospettato a lungo una relazione tra i due.

L’apparente banalità del ménage tra marito, moglie e amante si dissolve nel protrarsi della narrazione all’indietro, grazie alla quale lo spettatore scopre nuovi dettagli sulla vicenda, mentre, per assurdo, i personaggi dovrebbero progressivamente averne meno consapevolezza. L’inganno che  copre la  stanchezza di  questi  matrimoni diventa il volano per una sedicente libertà che «rivela la bellezza della fragilità dell’essere umano», aggiunge Francesco Scianna, «perché il tradimento è anche un’occasione di maturazione dell’individuo».

«Gli italiani hanno una determinata “cultura del tradimento”. Noi raccontiamo una tendenza tutta anglosassone a “togliere” e non ad “aggiungere”, per cui questo è uno spettacolo fatto di piccole cose, pulito, che consegna al pubblico la possibilità di pensare a cosa ciascuno farebbe se si trovasse nella condizione di vivere la stessa situazione», conclude la Angiolini

Dopo un anno e mezzo di tournée, lo spettacolo arriva sul prestigioso palcoscenico milanese questa sera, 12 gennaio, e resterà in scena fino a domenica 29.

LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO